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Le Emozioni dei bambini

Come riconoscerle e gestirle?

Le emozioni sono quei comportamenti che noi mettiamo in atto di fronte a persone o situazioni che evocano in noi dei sentimenti. Le emozioni sono il prodotto dell’interazione tra tre diverse componenti: modificazioni neurofisiologiche, comportamentali ed esperienza soggettiva. Le emozioni sono considerate motori fondamentali del comportamento umano e ognuna ha sue specifiche funzioni adattive.

Le emozioni sono universali?

Ci sono delle emozioni fondamentali, dette “di base” o “primarie” comuni a tutti gli esseri umani, anche neonati, di qualsiasi cultura e livello di alfabetizzazione. Queste sono: la GIOIA, la TRISTEZZA, la RABBIA, la PAURA, la SORPRESA e il DISGUSTO.

Il primo studioso che si occupò di emozioni fu Charles Darwin il quale studiò in modo estremamente accurato quali fossero le modificazioni del corpo e in particolare della muscolatura facciale nell’espressione delle diverse emozioni. Nella sua ricerca fu guidato da due interrogativi: se l’espressione delle emozioni fosse universale, cioè se tutti gli uomini usassero lo stesso tipo di movimenti facciali per esprimere le stesse emozioni, e se le emozioni fossero innate, cioè se ogni persona fosse fornita fin dalla nascita di un sistema espressivo delle emozioni. In conclusione, fu evidente che le emozioni fondamentali hanno le stesse qualità espressive ed esperienziali nelle diverse culture: l’interpretazione delle emozioni ha carattere universale.

Le Emozioni dei bambini

 Fin da neonati, i bambini manifestano una vasta gamma di emozioni quali gioia, tristezza, sorpresa, interesse, paura, disgusto, rabbia, disprezzo. Inoltre, queste emozioni di base vengono espresse con la stessa configurazione facciale degli adulti. Alcuni studi hanno rilevato ce fin dai primi giorni di vita, i neonati sono in grado di presentare espressioni che riportano alla gioia, alla collera, al dolore

Abbiamo visto che i bambini sono in grado di esprimere precocemente le emozioni di base, vediamo cosa succede invece nel riconoscimento delle emozioni degli altri…

I numerosi esperimenti condotti sembrano indicare che i bambini ancora piccolissimi sono in grado non solo di osservare il tipo diverso di atteggiamento del viso ma anche di desumerne il contenuto emotivo. Inoltre, un fenomeno largamente conosciuto è quello del contagio emotivo consistente nell’assumere lo stato emotivo di un’altra persona semplicemente essendo esposti al suo comportamento. Tale fenomeno è evidente fin dai primi giorni di vita. Chi ha avuto occasione di recarsi in un asilo nido o in un reparto di ostetricia può aver notato come il pianto dei bambini appena nati si diffonda rapidamente non appena uno di essi comincia a piangere. Tuttavia, quando si tratta di contagio, si può parlare di ripetizione di una emozione, non si può dire che l’emozione stessa venga riconosciuta. 

Il bambino è capace di decifrare il messaggio contenuto nell’espressione emotiva e di dedurre, in forma intuitiva, lo stato emotivo dell’adulto. Questo processo di riconoscimento delle emozioni avviene già prima che emergano le abilità di espressione verbale, ovvero che il bambino inizi a parlare per poter verbalizzare l’emozione attraverso le parole.

    La Gestione delle emozioni

    Le emozioni si presentano nella vita del bambino che diventa sempre più consapevole delle proprie esperienze emotive giungendo a distinguerle e a differenziarle. Nel corso della crescita il bambino diventa più abile ad influenzare e gestire l’espressione delle sue emozioni. Numerosi studi hanno dimostrato che la stimolazione sociale ha una forte influenza sulla produzione e sul controllo delle espressioni emotive, così come la specificità culturale e l’educazione precoce.

    Un chiaro esempio è ciò che accade tra gli eschimesi Hutku della Baia di Hudson. Questo popolo non approva l’espressione di rabbia e pertanto, da quando il bambino ha 2 anni, non gli parlano dopo che egli ha espresso la rabbia. Il risultato è che nel giro di pochi anni i bambini non manifestano più la rabbia.

    I ricercatori si sono accorti che, a partire dai 2/3 anni, i bambini sono in grado di mimare ed esprimere le emozioni che non stanno provando ma che attribuiscono ai personaggi immaginari del gioco. In un secondo momento (3/4 anni), capiscono che vi è la possibilità di esprimere un’emozione diversa da quella provata. Solo più tardi, a partire dai 6 anni, acquista una maggiore capacità di distinguere tra il sentimento che prova e quello che, in una data occasione, gli sembra opportuno manifestare.

    Il bambino è perciò in grado di esprimere fin da piccolissimo in modo ben distinto emozioni positive e negative ed è via via capace di differenziare emozioni diverse. Con il tempo impara che le emozioni che esprimiamo e vediamo sui volti degli altri non corrispondono necessariamente ai sentimenti che si provano e impara a modulare l’espressione delle emozioni in sintonia con le richieste del contesto culturale.

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