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Il ruolo della narrazione nello sviluppo linguistico-comunicativo del bambino

L’abilità narrativa è una competenza linguista e cognitiva di alto livello, il suo adeguato sviluppo risulta importante per l’organizzazione del pensiero logico-astratto e del ragionamento verbale (Tigoli & Freccero, 2012).
L’utilizzo delle narrazioni può essere analizzato sia come strumento attraverso il quale indagare le competenze del bambino, sia come mezzo di trasmissione delle conoscenze: l’adulto tramanda alcune conoscenze al bambino anche grazie alla narrazione delle azioni che svolge, alla lettura di libri e all’esposizione di racconti.
Per i bambini le narrazioni sono un grande fattore di sviluppo: vivono le esperienze sociali sotto forma di racconto e attraverso questi costruiscono le proprie conoscenze sulla realtà, nonché la propria identità sociale e individuale (Baumgartner & Devescovi, 2001; Groppo, et al., 1998).
Lo sviluppo delle abilità comunicative e cognitive risulta strettamente correlato con lo sviluppo della struttura della narrazione. Allo stesso modo le abilità linguistiche del bambino non possono essere separate dalle abilità comunicative e cognitive (Bamberg, 1987).
Jerome Bruner (1915-2016), psicologo cognitivista, ha incentrato parte dei suoi studi sul linguaggio e sul valore della narrazione, anche calato all’interno dello sviluppo del bambino. Secondo Bruner (2003) vi è una predisposizione innata degli esseri umani ad organizzare gli eventi e il pensiero in forma narrativa.
A questo pensiero si aggiunge la teoria secondo la quale la narrazione sia anche la base dell’acquisizione del linguaggio: Bruner afferma, infatti, che il lessico e la sintassi di una lingua sarebbero lo strumento che consente ad ognuno di comunicare le proprie esperienze e comprendere quelle altrui, spinti dalla naturale propensione alla costruzione di narrazioni.

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LE PRINCIPALI TIPOLOGIE DI NARRAZIONI IN ETÀ EVOLUTIVA

Vi sono differenti tipologie di narrazioni e le principali forme analizzate in psicologia in relazione allo sviluppo linguistico-comunicativo del bambino sono: racconti di storie fantastiche, resoconti di esperienze personali e narrazioni di azioni di routine (script).

SCRIPT
Gli script sono rappresentazioni schematiche di eventi sociali, sequenze di azioni che avvengono abitualmente in una data situazione. Si compongono di un numero variabile di scene, a loro volta costituite da azioni differenti (Bruner, 1987; Marini, 2008). A seguito della ripetuta esposizione a determinate situazioni si creano degli schemi mentali, che permettono di apprendere e comprendere abitudini e regolarità sociali. Uno script può essere l’insieme delle azioni che compie il bambino prima di uscire o quando arriva a scuola (es. “Quando si arriva a scuola si va all’armadietto e si cambiano le scarpe, poi si va in classe, si salutano i compagni e la maestra, ci si siede in cerchio etc…”). Il bambino vivendo le situazioni impara una serie di azioni, ma allo stesso tempo le racconta o le sente raccontare: in questo modo non solo si sviluppa il suo linguaggio, ma anche le sue competenze. Soprattutto nei primi anni questi script sono poco flessibili.

RESOCONTI DI ESPERIENZE PERSONALI
Le esperienze personali sono racconti basati su eventi che hanno riguardato persone specifiche, in particolar modo il bambino o le persone a lui vicine. Le conoscenze di base che si devono possedere per produrre queste narrazioni sono episodiche e autobiografiche: si descrivono fatti osservati o vissuti. Non hanno necessariamente un ordine cronologico, tendono a basarsi meno sullo svolgersi logico-temporale degli eventi e ad evidenziare l’episodio centrale, in quanto più emotivamente rilevante per il bambino. Durante le fasi di sviluppo, infatti, i bambini tendono a descriverci un evento riferendo solo la scena principale, soffermandosi meno sui personaggi e sul contesto.

RACCONTI DI STORIE FANTASTICHE
Le storie fantastiche sono racconti che implicano la capacità del bambino di riferirsi a personaggi, tempi e luoghi che non hanno relazioni con la situazione o la storia vissuta dal bambino stesso. Generalmente presentano un inizio formale “C’era una volta” e una fine “…e vissero felici e contenti”. Sono storie che si apprendono ascoltando i racconti degli adulti, o le letture fatte a casa o a scuola.

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